di Stephen MacNallen
Nei paesi occidentali moderni, la religione è in gran parte una questione individuale. La gente medita o prega, cerca il miglioramento di sé, l’illuminazione spirituale personale, o trova la salvezza individuale. La religione è solo un insieme di credenze e pratiche, può essere scelta dal ricercatore con la stessa facilità con cui si compra una macchina nuova – e si cambia ancora più facilmente per una nuova.
Questa è una nuova nozione, che è aumentata in modo direttamente proporzionale alla nostra separazione dalla natura e dai nostri antenati. Per le persone che sono ancora nelle culture tradizionali, questa interpretazione egocentrica della religione è quantomeno strana.
Certamente tutti i sentieri spirituali o religiosi hanno una componente individuale che è valida e degna di essere perseguita. In America e nel resto dell’Occidente, tuttavia, spesso ci si concentra sull’individuo ad esclusione dell’aspetto collettivo. Questo non significa che noi non desideriamo le comunità; molte chiese di quartiere provvedono per questo aspetto ai propri membri, e questo ruolo di comunità è diventato ancora più vitale dal momento che le nostre famiglie si disintegrano sotto le pressioni della vita moderna.
Quello che gli Occidentali non capiscono è che le religioni di popolo – religioni native, religioni indigene, qualsiasi nome gli si voglia dare – sono legate a un particolare gruppo culturale e biologico… un popolo. La religione non è qualcosa di separato dalla vita del gruppo; anzi, è un’ulteriore manifestazione dell’esistenza del gruppo. La religione scaturisce dalla natura stessa del popolo ed è espressione della totalità della sua esperienza dall’alba dei tempi.
Le religioni di popolo sono profondamente ancestrali. Coloro che ci hanno preceduto, questi antenati e antenate del passato, sono ancora collegati alla tribù, o nazione. I legami di parentela trascendono spazio e tempo. Infatti, molti di noi che seguono la Asatru credono che gli antenati rinascono continuamente nella famiglia o nel clan. Vi è un intreccio di discendenza nel corso di tutte le vite e attraverso le generazioni. Siamo stati qui prima, insieme, in questo mondo. Non solo il sangue non è acqua, ma è più forte della morte e della distanza!
Da questo punto di vista, non è pensabile che la religione sia vista solo come un accessorio, qualcosa che deve essere messo via come un cappotto o un cappello. Piuttosto, la religione diventa una manifestazione della nostra vera essenza, una parte di noi come le nostre gambe o la nostra testa. Asatru non è ciò in cui crediamo, è ciò che siamo.
È naturale che noi cerchiamo il percorso spirituale che percorrevano i nostri antenati. Sul piano più terreno, siamo più simili a quegli antenati di quanto non lo siamo a chiunque altri. Noi portiamo la loro essenza. Qualcuno potrà tentare di razionalizzare questo osservando che ci sono tante cose negli esseri umani ad essere influenzate dall’eredità, e forse ciò è parte di questo, ma in ultima analisi la connessione è spirituale. Siamo legati a quegli antenati e ai nostri discendenti da legami speciali che non condividiamo con gli altri. Quando troviamo le vie del nostro popolo, scopriamo cose che non possiamo trovare da nessun’altra parte. Sono questi due fattori – l’attenzione sulla natura collettiva della religione come un contrappeso all’aspetto individuale, e l’importanza degli antenati – che distinguono le religioni di popolo dai costrutti moderni senza radici, artificiali.
L’Asatru non è solo una credenza o un insieme di pratiche, è l’espressione di chi siamo come uomini e donne di eredità europea.