BALDER

A Drink for Balder Bold William Blake (1790)

del Dr. Christopher E. Johnsen © 2014

La morte di Balder è una delle più grandi storie della mitologia norrena. Il mito è raccontato nei Sogni di Baldr e Vegtamskvida (Il Carme di Vegtam). Ci sono linee extra contenute nel Vegtamskvida che lo rendono un poema più completo. Anche l’Edda in prosa contiene informazioni, che esaminerò per prime. 

Ecco la parte rilevante della morte di Balder in Gylfaginning 49:

Þá mælti Gangleri: “Hafa nökkur meiri tíðendi orðit með ásunum? Allmikit þrekvirki vann Þórr í þessi ferð.”
Hárr svarar: “Vera mun at segja frá þeim tíðendum, er meira þótti vert ásunum. En þat er upphaf þeirar sögu, at Baldr inn góða dreymði drauma stóra ok hættliga um líf sitt. En er hann sagði ásunum draumana, þá báru þeir saman ráð sín, ok var þat gert at beiða griða Baldri fyrir allskonar háska, ok Frigg tók svardaga til þess, at eira skyldu Baldri eldr ok vatn, járn ok alls konar málmr, steinar, jörðin, viðirnir, sóttirnar, dýrin, fuglarnir, eitrit, ormarnir.
En er þetta var gert ok vitat, þá var þat skemmtun Baldrs ok ásanna, at hann skyldi standa upp á þingum, en allir aðrir skyldu sumir skjóta á hann, sumir höggva til, sumir berja grjóti, en hvat sem at var gert, sakaði hann ekki, ok þótti þetta öllum mikill frami.
“XLIX. Poi parlò Gangleri: “Ci sono altre questioni da notare tra gli Aesir? Un atto di grande valore ha compiuto Thor in quel viaggio. Harr rispose: “Ora sarà detto di quelle notizie che apparivano più importanti per gli Aesir. L’inizio della storia è questo, che Baldr il Buono faceva sogni grandi e pericolosi riguardo la sua vita. Quando raccontò questi sogni agli Aesir, presero insieme un consiglio, e questa fu la loro decisione: chiedere sicurezza a Baldr da ogni tipo di pericolo. E Frigg prestò giuramento a questo scopo, che il fuoco e l’acqua non nuocessero mai a Baldr, e allo stesso modo ferro e metallo di ogni tipo, pietre, terra, alberi, malattie, bestie, uccelli, veleno, serpenti. E quando ciò fu fatto e reso noto, allora fu un divertimento di Baldr e degli Aesir, che si sarebbero alzati in piedi al Thing[1], e tutti gli altri avrebbero dovuto tirargli contro qualcosa, alcuni lo colpivano, alcuni gli scagliavano pietre; ma qualsiasi cosa fosse lanciata niente gli avrebbe recato alcun danno, e ciò sembrava a tutti una cosa molto degna di riverenza.
En er þetta sá Loki Laufeyjarson, þá líkaði honum illa, er Baldr sakaði ekki. Hann gekk til Fensalar til Friggjar ok brá sér í konu líki. Þá spyrr Frigg, ef sú kona vissi, hvat æsir höfðust at á þinginu. Hon sagði, at allir skutu at Baldri ok þat, at hann sakaði ekki.
Þá mælti Frigg: “Eigi munu vápn eða viðir granda Baldri. Eiða hefi ek þegit af öllum þeim.”
Þá spyr konan: “Hafa allir hlutir eiða unnit at eira Baldri?”
Þá svarar Frigg: “Vex viðarteinungr einn fyrir vestan Valhöll. Sá er mistilteinn kallaðr. Sá þótti mér ungr at krefja eiðsins.”
Því næst hvarf konan á braut, en Loki tók mistiltein ok sleit upp ok gekk til þings. En Höðr stóð útarliga í mannhringnum, því at hann var blindr.
Þá mælti Loki við hann: “Hví skýtr þú ekki at Baldri?”
Hann svarar: “Því, at ek sé eigi, hvar Baldr er, ok þat annat, at ek em vápnlauss.”
Þá mælti Loki: “Gerðu þó í líking annarra manna ok veit Baldri sæmð sem aðrir menn. Ek mun vísa þér til, hvar hann stendr. Skjót at honum vendi þessum.”
Höðr tók mistiltein ok skaut at Baldri at tilvísun Loka. Flaug skotit í gegnum Baldr, ok féll hann dauðr til jarðar, ok hefir þat mest óhapp verit unnit með goðum ok mönnum.
“Ma quando Loki Laufeyson vide questo, gli piacque che Baldr non si fosse fatto male. Andò a Fensalir da Frigg, e assunse le sembianze di una donna. Poi Frigg chiese se quella donna sapesse cosa stessero facendo gli Aesir al Thing. Disse che tutti stavano tirando a Baldr, e inoltre, che non si era fatto male. Poi Frigg disse: ‘Né le armi né gli alberi possono ferire Baldr: ho avuto il giuramento di tutti loro.’ Poi la donna chiese: ‘Hanno fatto tutti giuramento per risparmiare Baldr?’ e Frigg rispose: ‘Cresce un germoglio di alberi da solo verso ovest di Valhall: si chiama Vischio; ho pensato che fosse troppo giovane per chiederne il giuramento’. Poi subito la donna si voltò; ma Loki prese il Vischio e lo portò con sé al Thing. “Hödr stava fuori dal cerchio di uomini, perché era cieco. Allora Loki parlò a lui: ‘Perché non tiri a Baldr?’ Egli rispose: ‘Perché non vedo dov’è Baldr; e anche per questo, che sono senza armi’. Poi Loki disse: ‘Fa’ anche tu come gli altri, e mostra onore a Baldr come fanno gli altri uomini. Ti dirigerò dove si trova; tiragli questa bacchetta’. Hödr prese il Vischio e tirò a Baldr, essendo guidato da Loki: il legno volò attraverso Baldr, che cadde morto a terra; e quella fu la più grande sciagura che sia mai caduta tra gli dèi e gli uomini.
Þá er Baldr var fallinn, þá féllust öllum ásum orðtök ok svá hendr at taka til hans, ok sá hverr til annars, ok váru allir með einum hug til þess, er unnit hafði verkit, en engi mátti hefna. Þar var svá mikill griðastaðr. En þá er æsirnir freistuðu at mæla, þá var hitt þó fyrr, at grátrinn kom upp, svá at engi mátti öðrum segja með orðunum frá sínum harmi. En Óðinn bar þeim mun verst þenna skaða sem hann kunni mesta skyn, hversu mikil aftaka ok missa ásunum var í fráfalli Baldrs.“Poi, quando Baldr era caduto, a tutti gli Aesir mancavano le parole, e le loro mani allo stesso non riuscivano a raccoglierlo; ognuno guardò l’altro, e tutti erano concordi su colui che aveva compiuto l’atto, ma nessuno poteva vendicarsi, troppo importante era la santità di quel luogo. Ma quando gli Aesir cercarono di parlare, allora accadde prima che scoppiò il pianto, in modo che nessuno potesse parlare agli altri con parole sul suo dolore. Ma Odino portava quella disgrazia peggio di tutti, poiché aveva la più alta percezione di che gran danno e perdita fosse la morte di Baldr per gli Aesir.”

[1] Il thing era l’assemblea legislativa d’Islanda; in modo meno specifico, un’assemblea formale tenuta a fini giudiziari o per risolvere questioni del momento; un’assemblea di uomini.

Nell’astrologia vedica, l’estremità meridionale della Via Lattea (almeno durante il Solstizio d’Estate) è l’area di disarmonia e negatività e l’estremità settentrionale è il luogo in cui si trovano buone divinità. Gemelli e Sagittario si trovano sui lati opposti del cielo con il Sagittario verso sud e i Gemelli verso nord e con il passare dell’anno, questa estremità della Via Lattea si sposta verso nord. È in queste due costellazioni che l’eclittica (il sentiero dei soli) attraversa la Via Lattea (tra Scorpione e Sagittario e tra Toro e Gemelli).  L’estremità settentrionale della Via Lattea vicino ai Gemelli è anche l’area in cui è stata trovata la magica Soma (Soma era fatta con latte, miele e un terzo ingrediente che è stato notoriamente identificato come il fungo Amanita muscaria da R. Gordon Wasson – quindi la Via Lattea vicino a Gemini è stata probabilmente pensata come il Soma Cosmico nel cielo). Ho passato centinaia di ore al programma per computer Stellarium, esaminando le stelle nel tentativo di individuare il luogo in cui avviene il mito. Balder, senza dubbio, rappresenta la luce di qualche tipo e Hödr l’oscurità. Ha senso che il mito Balder abbia luogo durante il Solstizio d’Estate, quando si svolgeva la festa estiva (Mezza Estate). È il giorno più lungo dell’anno; così, l’anno cominciò a invecchiare dopo questo periodo e le giornate si accorciarono progressivamente. Il dio Balder fu ucciso in quel momento e il mito stesso serve a segnare questo Solstizio nel calendario. L’altro mito che rappresenta il Solstizio d’Inverno (Yule) l’ho precedentemente descritto (Thor Goes Fishing) ed è il giorno più breve dell’anno e dopo di che i giorni divengono sempre più lunghi. Così i due Solstizi sono rappresentati da questi miti.

Se guardate il cielo durante il Solstizio d’Estate (questo è difficile da fare durante l’estate a causa del sole di mezzanotte nell’estremo Nord), quando la punta della freccia del Sagittario sorge sopra l’orizzonte, è in quel momento che la costellazione dei Gemelli inizia a scendere negli inferi nello stesso momento in cui il sole tramonta e inizia la notte. Possiamo guardare ai miti vedici e greci e all’astrologia (che sono stati ben conservati) per avere alcune idee su quali costellazioni sono consustanziali con i personaggi norreni che agiscono in questo mito. Poiché i Gemelli sono identificati con i Dioscuri, Castore e Polluce, Balder e Höðr, i “fratelli in lotta” norreni, dovrebbero essere identificati con esso. Il Sagittario può essere identificato con Loki poiché condivide molti aspetti della somiglianza con il Dadhyanch vedico noto anche come Angira.

Il cavallo sacrificale vedico è un accoppiamento rituale (maithuna) o “matrimonio divino” che è piuttosto antico. Era un rituale usato per garantire la fortuna del re e del suo regno.  È presente in India fin dai tempi antichi come dimostra l’antico trattato filosofico sulle dottrine sankhya, il Sankhyayana Shrauta Sutra (17:6:2). Esso afferma che la maithuna rituale “è un antico rituale, già caduto in disuso”. Un altro sutra, lo Shatapatha Brahmana (11:6:2-10), dice che la maithuna è fatta per il sacrificio in onore di Agni, il dio del fuoco indù, ed è chiamata agnihotra. In questo rituale, il partecipante getta palle fatte di burro nel fuoco, dove il burro è un rappresentante di ciò che in precedenza erano vittime sacrificali. Il sacrificio è fatto sia all’alba che al tramonto. Il fuoco di Agni rappresenta il Sole ma, più esattamente, il Sole Caduto che infiamma la terra alla fine del mondo o alla fine della giornata.

Questo sacrificio era fatto anche dai Romani e la loro versione era conosciuta come il “Cavallo d’Ottobre” e ci sono prove che dimostrano che era praticato in Irlanda nel XII secolo nella provincia dell’Ulster, dove era sacrificata una cavalla bianca per l’inaugurazione di un nuovo re.  Una delle nuove regine si sarebbe sdraiata accanto alla cavalla sacrificata in un’unione sessuale simbolica e alcuni autori hanno persino suggerito che il nuovo re avrebbe avuto rapporti sessuali con il cavallo!

Nei miti vedici associati a questo sacrificio, un’altra versione di Agni si chiama Angiras. Il significato del suo nome può essere tradotto in diversi modi: quello “unto” o quello “infuocato” (Agni). Il nome Angiras è anche associato a Dadhyanch (“irrigatore di cagliata”), il cavallo volante indù.

Dadhyanch è anche collegato con Indra e il suo furto dell’intossicante Soma dove rivelò il segreto del Soma ai medici celesti, gli Asvin (il Calvuro vedico e Höðr), e fu violentemente decapitato da Indra come punizione. Gli Asvin sostituirono la testa di Angiras con la testa di un cavallo e lo animarono di nuovo. È la sua testa decapitata che dovrebbe cadere sulla terra, e diventare la cavalla infuocata che è tenuta sul fondo dell’Oceano (il sole).

Loki è noto per la sua trasformazione in cavalla e attirare Svadilfari lontano dal gigante che costruisce il muro intorno ad Asgard nel capitolo 42 del Gylfaginning, ed è l’unico dio /gigante a trasformarsi in un cavallo femmina nella mitologia norrena.

Il personaggio di Loki sembra simile ai fulmini, il che spiegherebbe perché è stato così spesso trovato in viaggio con Thor (Thunder) e anche perché sarebbe stato associato al fuoco distruttivo poiché suo padre, Fárbauti, è l’uragano, e sua madre “Laufey” è un’isola frondosa o cima di alberi dove i fulmini colpirebbero e produrrebbero fuoco distruttivo con il loro “accoppiamento”.

R. Gordon Wasson ha dimostrato che molte culture europee hanno credenze che il fungo delle favole rosso e bianco, Amanita muscaria, possa uscire dal terreno solo dopo una tempesta se un fulmine fertilizza il terreno (in realtà è la pioggia che lo fa uscire dal terreno) e l’Amanita cresce solo sotto certi alberi – conifere, betulle e querce.  Loki sembra essere lo stesso di questa incarnazione di Agni (Angiras) per quanto sia anche l’unico a uccidere Agni (identificato con Heimdal da Viktor Rydberg in UGM I n. 82) alla fine del mondo, Ragnarok, in un paradosso mitologico classico.

Se ricordiamo che quasi tutti i centauri della mitologia greca sono malvagi, rende un po’ più facile riconoscere Loki nella costellazione del Sagittario. Molte autorità greche hanno identificato il Sagittario con Chirone, il buon centauro, che era il tutore di molte figure mitologiche tra cui Ercole, cui insegnò i suoi segreti su veleni e sostanze trasformative mentre viveva nel deserto con lui (questi “uomini selvaggi” erano di solito arcieri che avvelenavano le frecce). Loki sembra anche essere come Chirone in questo senso, dal momento che sembra essere un “procuratore” di oggetti speciali per gli dèi. 

Loki esce e prende le preziose sostanze dorate (il fungo rosso Amanita si asciuga a una tonalità dorata e alcune varietà sono dorate) dai nani: i capelli dorati di Sif, il martello “simile a un fungo” per Thor e il cinghiale dalle setole d’oro per Frey. In modo multidimensionale, questi oggetti dorati rappresentano non solo il fungo d’oro per realizzare il “Nettare della Poesia”, ma anche il sole. 

Come Wasson ha scoperto, si pensava che i fulmini fertilizzassero il terreno e producessero questi funghi e colpissero principalmente il simbolico albero di legno duro di Thor – la Quercia – che è l’albero più colpito da un fulmine. Gli Jotun sono la fonte di questi funghi che erano anche conosciuti come le “Mele d’Oro della Giovinezza Eterna” di cui Idunn era responsabile e Loki (il ragazzo Jotun), portò questo “fuoco” agli dèi, proprio come Prometeo lo portò agli umani nella mitologia greca.

Al tramonto, al Solstizio d’Estate, il sole è nei Gemelli (che come uno dei Dioscouri o “Gemelli” della tradizione astronomica greca sarebbe un rappresentante di Balder) e proprio mentre tramonta, con il bagliore del sole all’orizzonte, il Sagittario, l’Arciere, alza la freccia all’orizzonte, con esso appena diventato visibile. Sagittario in questa “scena” del mito è Loki, che è l’equivalente del “sacrificio del cavallo” dato alla fiamma santa. La costellazione che segue Gemini è il Cancro, la costellazione “cieca”, così detto perché è fioca e difficile da vedere. Proporrei che questo abbia qualche associazione con il dio “cieco” Hödr, che è “in piedi” accanto a suo fratello Balder, quando la freccia lo “uccide”, cioè va sotto l’orizzonte nel letterale “mondo di sotto” mentre il sole tramonta nei Gemelli.  È Loki in quanto Sagittario, tuttavia, il vero arciere e la vera causa della morte di Balder.  L’arco del cielo copre metà delle costellazioni zodiacali dal Sagittario ai Gemelli in questo mito.

Quando entra in Hel, Balder diventa re dei morti e governa i campi di beatitudine dato che questa parte celeste della Via Lattea è piena del Nettare di Poesia – che induce beatitudine.  Questa parte di Hel non è la regione dei dannati dove regna Leikin, lo spirito di malattia e figlia di Loki (che potrebbe essere identificata con le costellazioni malvagie nella parte meridionale della Via Lattea dal Sagittario e dallo Scorpione). Nifelhel, o “Hel nebbiosa”, dove ella governa (secondo Rydberg) dovrebbe essere la regione più fredda del mondo di sotto in cui criminali e coloro che rompono i giuramenti vengono mandati nell’aldilà per essere puniti. Le stelle della via lattea sono la “nebbia”. 

Alcuni hanno ipotizzato che Nidhogg, il drago o serpente, che vive lì sia Scorpione. Odino in Vafþrúðnismál dice “A nove mondi sono venuto io, a Niflhel sotto, La casa dove abitano i morti” e nei sogni di Baldr, Odino sella Sleipnir e “lo cavalca fino a Niflhel profondo” – riferendosi sempre a Niflhel come giù, presumibilmente sotto la terra o sotto l’orizzonte.

Si dice che Balder ritorni nel mondo superiore (sopra l’orizzonte) dopo il Ragnarok (che potrebbe essere la rappresentazione di un’eclissi lunare totale con la sua luna rossa “sanguinosa”) quando Lif e Lifthrasir (come Bil & Hjuki sulla luna) riemergeranno dallo spazio protetto nel boschetto di Mimir (la luna) dopo il crepuscolo degli dèi.

BALDER

Il più amato tra gli Dèi

del Dr. Casper Odinson Cröwell

Odino e Frigga erano genitori di due figli gemelli tanto più dissimili nel carattere quanto nell’aspetto fisico; poiché mentre Hoder, dio delle tenebre, era cupo, taciturno e cieco, Balder il Bello era il dio puro e radioso dell’innocenza e della luce. La fronte innevata e le ciocche dorate di questo As sembravano spargere raggi di sole a rallegrare i cuori degli Dèi e degli uomini, dai quali era altrettanto amato.

“Di tutti i dodici intorno al trono di Odino,
solo Balder, il Bello,
Il dio sole, buono e puro, e luminoso,
Era amato da tutti, come tutti amano la luce.”
-VALHALLA (J. C. Jones)

Nanna

Balder, raggiungendo la sua piena crescita con meravigliosa rapidità, fu ammesso al consiglio degli Dèi, e sposò Nanna (fiore), la figlia di Nip (bocciolo), una bella e affascinante giovane dea, con la quale visse in perfetta unità e pace. Prese la sua dimora al palazzo di Breidablik, il cui tetto d’argento poggiava su pilastri d’oro, e la cui purezza era tale che nulla di comune o impuro era mai ammesso all’interno dei suoi confini.

Il Dio della luce era esperto nella scienza delle rune, che erano scolpite sulla sua lingua; conosceva le varie virtù dei semplici, una delle quali, la camomilla, era sempre chiamata “fronte di Balder”, perché il suo fiore era immacolatamente puro come la sua fronte. L’unica cosa nascosta agli occhi raggianti di Balder, in un primo momento, era la percezione del suo destino finale.

“La sua casa era Breidablik,
sulle cui colonne Balder incise
Gli incantesimi che richiamano i morti alla vita.
Saggio era lui, e molte arti curiose,
Forme di rune, ed erbe curative conosceva;
Ma ahimé! Quella sola arte non conosceva,
Che tenesse al sicuro la sua vita, per vedere il sole.”
-BALDER MORTO (Matthew Arnold)

Mentre Balder il bello era sempre sorridente e felice, gli Dèi erano molto turbati quando infine videro morire la luce dai suoi occhi azzurri, un aspetto carente sul suo volto, e il suo passo farsi pesante e lento. Odino e Frigga, vedendo l’evidente depressione del loro amato figlio, lo implorarono teneramente di rivelare la causa del suo dolore silenzioso. Balder, cedendo finalmente alle loro suppliche ansiose, confessò che il suo sonno, invece di essere tranquillo e riposante come un tempo, era stato stranamente turbato negli ultimi tempi da sogni oscuri e opprimenti, che, anche se non riusciva a ricordare chiaramente quando si svegliava, lo perseguitavano costantemente con un vago sentimento di paura.

“Di quel dio il sonno
Era più afflitto;
I suoi sogni di auspicio
Sembravano svaniti.”
-CARME DI VEGTAM (trad. di Thorpe)

Quando Odino e Frigga lo sentirono, erano davvero turbati, ma dichiararono che erano abbastanza sicuri che nulla avrebbe fatto del male al loro figlio, che era così universalmente amato. Tuttavia, quando il Padre e la Madre ansiosi erano tornati a casa, parlarono della questione, riconobbero che anche loro erano oppressi da strani presagi, e dopo aver appreso dai giganti che Balder era davvero in pericolo, procedettero ad adottare misure per evitarlo.

Frigga, dunque, mandò i suoi servi in ogni direzione, affinché facessero in modo che tutte le creature viventi, tutte le piante, i metalli, le pietre – in realtà ogni cosa animata e inanimata – prestassero un solenne voto di non fare alcun danno a Balder. Tutta la creazione fece prontamente il giuramento, poiché tutte le cose amavano il dio radioso, e si crogiolavano alla luce del suo sorriso. Così i servi tornarono presto da Frigga, dicendole che tutti avevano debitamente giurato, tranne il vischio, che cresceva sul gambo di quercia alla porta del Valhalla ma, aggiunsero, era una cosa così gracile e inoffensiva che nessun danno poteva essere temuto da esso.

“Nel loro viaggio decisero:
Che avrebbero indotto
Ogni essere,
A promettere di far sì,
che a Balder non fosse fatto alcun male.
Tutte le specie fecero voto
giurando di risparmiarlo;
Frigga ricevette tutti i
I loro voti insieme.”
-EDDA DI SÆMUND (tr. Thorpe)

La Profezia di Vala

Frigga ora riprendeva la sua filatura con la sua solita gioia, poiché sapeva che nessun danno poteva arrivare al figlio che amava di più. Odino, nel frattempo, anch’egli gravemente turbato, e intenzionato ad accertare se vi fosse qualche motivo per la sua depressione involontaria, decise di consultare una delle Vala morte o profetesse. Montò quindi il suo stallone Sleipnir, cavalcò sui tremuli ponti di Bifrost e Gjallar, giunse all’ingresso di Nifelheim, e passando il Portale di Hel e il cane Garm, penetrarono nella dimora oscura di Hel.

“Si alzò il re degli uomini con velocità,
E subito sellò il suo stallone nero come carbone;
Giù per la ripida via si dirigeva,
Quel portale alla dimora di Hel.”
-DISCESA DI ODINO (Gray)

Con sua grande sorpresa, notò che un banchetto si stava tenendo in questo regno oscuro, e che le panche erano state tutte coperte di arazzi e anelli d’oro, come se qualche ospite molto onorato fosse atteso in poco tempo. Affrettandosi, Odino finalmente raggiunse la tomba dove la Vala aveva riposato indisturbata per molti anni, e solennemente cominciò a intonare l’incantesimo magico e tracciare le rune che avevano il potere di far rialzare i morti.

“Tre volte pronunciò, con accento lugubre,
Il versetto del risveglio che desta i morti:
Fino a quando da fuori il terreno cavo
Lentamente un cupo respiro risuonò.”
-DISCESA DI ODINO (Gray)

Improvvisamente la tomba si aprì e la profetessa si alzò lentamente, cercando chi fosse e perché turbasse così il suo lungo riposo. Odino, non desiderando che sapesse che era il re degli Dèi, rispose che era Vegtam, figlio di Valtam, e che l’aveva svegliata per informarsi per chi Hel stesse addobbando le sue panche e preparando un banchetto festivo. In tono vuoto, la profetessa ora confermava tutte le sue paure dicendogli che l’ospite atteso era Balder, che sarebbe stato presto ucciso da Hoder, suo fratello, il cieco dio delle tenebre.

“Hoder manderà qui,
Il suo fratello glorioso;
Egli di Balder
Sia l’uccisore,
E il figlio di Odino
Privi della vita.
Per costrizione ho parlato;
Ora tacerò.”
-EDDA DI SÆMUND (trad. Thorpe)

Ma nonostante queste tristi promesse e l’evidente riluttanza della Vala a rispondere a qualsiasi altra domanda, Odino non era ancora soddisfatto e la costrinse a dirgli chi avrebbe vendicato l’uomo assassinato chiamando il suo assassino a rendere conto – uno spirito di vendetta e ritorsione considerato un sacro dovere tra le razze del Nord.

Allora la profetessa gli disse, come Rossthiof aveva predetto prima, che Rinda, la dea della terra, avrebbe avuto un figlio da Odino, e che questo emissario divino, Vali, non avrebbe lavato il viso né pettinato i capelli prima di aver vendicato Balder e ucciso Hoder.

“Nelle caverne dell’ovest,
Dal feroce abbraccio di Odino,
Un ragazzo meraviglioso avrà Rinda,
Che mai pettinerà i capelli di corvo,
Né laverà il suo volto nel torrente,
Né vedrà il fascio di luce dal sole,
Fino a quando sul corsetto di Hoder sorriderà
Fiammeggiante sulla pira funerea.”
-DISCESA DI ODINO (Gray)

Avendolo scoperto dalla riluttante Vala, Odino, che grazie alla sua visita alla fontana di Urd già conosceva gran parte del futuro, aveva rivelato incautamente alcune delle sue conoscenze su chi si sarebbe rifiutato di piangere la morte di Balder. Quando la profetessa udì questa domanda, capì subito che era stato Odino a chiamarla fuori dalla tomba e, rifiutandosi di dire un’altra parola, sprofondò nel silenzio della tomba, dichiarando che nessuno sarebbe mai stato in grado di attirarla fuori di nuovo fino alla fine del mondo.

“Orsù dunque, e corri a casa,
Che mai venga alcuno a domandare
Per spezzare di nuovo il mio sonno ferreo,
Finché Loki non spezzerà la sua catena in dieci;
Mai, finché la notte più profonda
Avrà ripreso il suo antico regno
Finché avvolto in fiamme, gettato in rovina,
Affonderà la fibra del mondo.”
-DISCESA DI ODINO (Gray)

Odino aveva interrogato la più grande profetessa che il mondo avesse mai conosciuto, e aveva imparato i decreti di Orlog (del destino), che sapeva non poter essere messo da parte. Egli rimontò quindi il suo destriero, e triste si fece strada verso Asgard, pensando al tempo, non molto lontano, in cui il suo amato figlio non sarebbe più stato visto nelle dimore celesti, e quando la luce della sua presenza sarebbe scomparsa per sempre.

Entrando a Gladsheim, tuttavia, Odino fu in qualche modo rallegrato quando seppe delle precauzioni prese da Frigga per assicurarsi la salvezza del loro amato, e presto, sentendosi convinto che se nulla avrebbe ucciso Balder, egli avrebbe sicuramente continuato a rallegrare il mondo con la sua presenza; mise da parte tutte le preoccupazioni e ordinò i giochi e un banchetto festivo.

Gli Dèi in Festa

Gli Dèi ripresero le loro occupazioni, e presto gettarono i loro dischi d’oro sulla pianura verde di Ida, che si chiamava Idavoll, il parco giochi degli Dei. Alla fine, stancandosi di questo passatempo, e sapendo che nessun danno poteva essere recato al loro amato Balder, inventarono un nuovo gioco e cominciarono a usarlo come bersaglio, gettandogli ogni sorta di armi e dardi, certi che non importa quanto abilmente si fossero cimentati, e con quanta precisione mirassero, gli oggetti, avendo giurato di non ferirlo, lo avrebbero solo sfiorato o mancato del tutto. Questo nuovo divertimento fu così affascinante che ben presto tutti gli Dèi si riunirono intorno a Balder, contro cui gettarono ogni cosa disponibile, salutando ogni nuovo fallimento con lunghe grida di risate. Queste esplosioni di allegria presto eccitarono la curiosità di Frigga, che sedeva a filare a Fensalir; e vedendo una vecchia passare per la sua dimora, la fermò per farsi dire ciò che gli Dèi stessero facendo per provocare una tale ilarità. La vecchia, che era Loki sotto mentite spoglie, si fermò immediatamente a questo appello, e disse a Frigga che tutti gli Dèi stavano lanciando pietre e strumenti smussati e affilati a Balder, che stava sorridente e illeso in mezzo a loro, sfidandoli a colpirlo.

La Dea sorrise e riprese il suo lavoro, dicendo che era del tutto naturale che nulla avrebbe fatto del male a Balder, poiché tutte le cose amavano la luce, di cui era l’emblema, e avevano solennemente giurato di non ferirlo. Loki, la personificazione del fuoco, rimase molto deluso nel sentirlo, poiché era geloso di Balder, il sole, che lo aveva completamente eclissato ed era amato da tutti, mentre lui era temuto ed evitato il più possibile; ma egli nascose abilmente il suo dispiacere, e chiese a Frigga se lei fosse abbastanza sicura che tutti gli oggetti si fossero uniti al patto.

Frigga rispose con orgoglio di aver ricevuto il solenne giuramento di tutte le cose, tranne che di un piccolo infestante innocuo, il vischio, che cresceva sulla quercia vicino alla porta del Valhalla, ed era troppo piccolo e debole per essere temuto. Dopo aver ottenuto le informazioni desiderate, Loki continuò a gironzolare; ma non appena fu al sicuro fuori dalla vista, riprese la sua forma, si affrettò al Valhalla, trovò la quercia e il vischio indicati da Frigga, e dalle arti magiche costrinse la pianta infestante ad assumere una dimensione e una durezza finora sconosciute.

La Morte di Balder

Dal gambo di legno così prodotto, formò abilmente un dardo prima di affrettarsi di nuovo a Idavoll, dove gli Dèi erano ancora intenti a scagliare armi contro Balder, solo Hoder era appoggiato tristemente a un albero, non prendendo parte al nuovo gioco. Loki gli si avvicinò senza dare nell’occhio, chiese la causa della sua malinconia, e lo prese in giro con superbia e indifferenza, dal momento che non si degnava di prendere parte al nuovo gioco. In risposta a queste osservazioni, Hoder accusò la sua cecità; ma quando Loki gli mise il vischio in mano, lo condusse in mezzo al cerchio, e indicò in quale direzione stesse il nuovo bersaglio, Hoder lanciò il suo dardo con decisione. Invece del forte grido di risate che si aspettava di sentire, un grido di terrore gli risuonò all’orecchio, perché Balder il bello era caduto a terra, colpito dal tiro fatale.

“Così sul pavimento giaceva Balder morto; e intorno
aveva spade, asce, dardi, e lance,
Che tutti gli Dei nel gioco avevano indolenti gettato
Contro Balder, che nessun’arma aveva trafitto o scalfito;
Ma nel suo petto era conficcato il ramo fatale
Di vischio, che Loki, l’accusatore, aveva dato
A Hoder, e l’Inconsapevole Hoder aveva scagliato –
contro quello soltanto ebbe la vita di Balder nessun incanto.”
-DISCESA DI ODINO (Gray)

Ansiosi gli Dèi gli si riversarono tutti intorno, ma ahimè! la vita non era più in lui, e tutti i loro sforzi per far rivivere il Dio-Sole caduto furono vani. Inconsolabili per la loro perdita, si rivolsero con rabbia a Hoder, che avrebbero percosso se non fossero stati trattenuti dalla sensazione che nessun atto di violenza volontaria avrebbe mai profanato le loro sedi di pace. Al forte rumore del lamento le Dèe giunsero in fretta, e quando Frigga vide che il suo amato figlio era morto, implorò appassionatamente gli Dèi di andare a Nifelheim e supplicare Hel di liberare la sua vittima, perché la terra non poteva vivere felice senza di lui.

Il Viaggio di Hermod

Poiché la strada era accidentata ed estremamente perigliosa, nessuno degli Dèi in un primo momento si offrì volontario per andare; ma quando Frigga aggiunse che lei e Odino avrebbero ricompensato il messaggero amandolo più di tutti, Hermod espresse la sua disponibilità a eseguire la commissione. Per aiutarlo nel suo cammino, Odino gli prestò Sleipnir, e gli ordinò una buona velocità, mentre fece cenno agli altri Dèi di portare il cadavere a Breidablik, e li ordinò di andare nella foresta e tagliare enormi pini per fare una degna pira per suo figlio.

“Ma quando gli Dèi furono andati alla foresta,
Hermod condusse Sleipnir dal Valhalla
E montò su di lui; prima d’allora, mai Sleipnir aveva accolto
Altra mano sul suo crine se non quella di Odino,
Sul suo ampio dorso nessun altro cavaliere era mai stato seduto
Eppure docile ora stava al fianco di Hermod,
Inarcando il collo, e lieto di essere guidato,
Sapendo quanto caro fosse il Dio che andavano a cercare.
Ma Hermod lo aveva sellato, e triste se ne andò
Nel silenzio del buio della strada mai percorsa
Che dirama dal Nord del firmamento, e andarono
Tutto il giorno; e la luce del giorno scemò, e la notte si accese.
E tutta quella notte cavalcarono, e così viaggiarono,
Nove giorni, nove notti, verso il ghiaccio settentrionale,
Attraverso valli profonde solcate da ruscelli ruggenti.
E il decimo mattino vide il ponte
Che sovrasta con archi dorati il torrente Gjall,
E sul ponte una dama a guardare, armata,
Nel passaggio dritto, alla fine,
Dove la strada sbuca tra mura di rocce.”
-BALDER MORTO (Matthew Arnold)

Mentre Hermod viaggiava lungo la strada triste verso Nifelheim, gli Dèi tagliarono e portarono fino alla riva una grande quantità di legna, che posero sul ponte della nave preferita di Balder, Ringhorn, erigendo un’elaborata pira, che, secondo la consuetudine, fu decorata con arazzi, ghirlande di fiori, vasi e armi di tutti i tipi, anelli d’oro, e innumerevoli oggetti di valore, dove il cadavere immacolato venne portato e posto su di esso in abbigliamento sfarzoso.

Uno dopo l’altro, gli Dèi ora si avvicinarono per dare l’ultimo addio al loro amato compagno, e mentre Nanna si chinava su di lui, il suo cuore amorevole si spezzò, e cadde senza vita al suo fianco. Vedendo questo, gli Dèi la deposero con riverenza accanto al marito, affinché lei potesse accompagnarlo anche nella morte; e dopo aver uccisi il suo cavallo e i suoi cani e intrecciato la pira con i rovi, gli emblemi del sonno, Odino, l’ultimo degli Dei, si avvicinò.

La Pira Funeraria

In segno di affetto per i morti e di dolore per la loro perdita, tutti deposero i loro beni più preziosi sulla sua pira, e Odino, chinandosi, ora aggiungeva alle offerte il suo anello magico Draupnir. Gli Dèi riuniti si accorsero allora che stava sussurrando all’orecchio di suo figlio morto, ma nessuno era abbastanza vicino da sentire quali parole dicesse.

Questi preparativi finirono, e gli Dei ora si apprestavano a lanciare la nave, ma la trovarono così pesantemente carica di legna e tesori che i loro sforzi combinati non riuscirono a farla spostare di un centimetro. I Giganti delle montagne, assistendo alla triste scena da lontano, e notando il loro dilemma, dissero che sapevano di una gigantessa di nome Hyrrokin, che abitava a Jotunheim, ed era abbastanza forte da lanciare la nave senza altri aiuti. Gli Dèi ordinarono quindi che uno dei Giganti della tempesta si affrettasse a evocare Hyrrokin, che presto apparve, in sella a un gigantesco lupo, che guidava tramite una briglia fatta di serpenti vivi che si contorcevano. Cavalcando fino alla riva, la Gigantessa smontò e superbamente espresse la sua disponibilità a dare loro l’aiuto richiesto, e nel frattempo non avrebbero dovuto fare altro che tenere la sua cavalcatura. Odino inviò immediatamente quattro dei suoi Berserker più folli per adempiere a questo compito; ma, nonostante la loro forza fenomenale, non riuscirono a tenere fermo il mostruoso lupo fino a quando la Gigantessa non l’ebbe strattonato e legato stretto.

Hyrrokin, vedendoli ora in grado di gestire il suo refrattario stallone, marciò lungo la spiaggia, mise la spalla contro la poppa della nave di Balder, Ringhorn, e con una potente spinta la mandò in acqua. Tale era il peso del fardello che si muoveva, tuttavia, e la rapidità con cui si abbatteva in mare, che tutta la terra tremò come per un terremoto, e i rulli su cui scivolava presero fuoco per l’attrito. Lo sgomento inaspettato quasi fece perdere agli Dèi l’equilibrio, e così fece arrabbiare Thor che alzò il martello e avrebbe colpito la Gigantessa se non fosse stato trattenuto dai suoi simili Dèi. Facilmente fu placato, come al solito – poiché la violenza di Thor, anche se facile, era evanescente – allora si avvicinò alla nave ancora una volta per consacrare la pira funeraria con il suo sacro martello. Ma, mentre stava eseguendo questa cerimonia, il nano Lit riuscì a mettersi in mezzo così provocatoriamente che Thor, ancora un po’ adirato, lo prese a calci nel fuoco, che aveva appena acceso con una torcia, dove il nano fu arso in cenere con le salme della coppia fedele.

Mentre la nave si allontanava verso il mare, le fiamme si alzavano sempre più in alto, e quando si avvicinò all’orizzonte occidentale sembrava che il mare e il cielo fossero tutti in fiamme. Colmi di tristezza gli Dèi guardavano la nave incandescente e il suo prezioso carico, finché non si tuffò improvvisamente tra le onde e scomparve; e non si voltarono per tornare alle loro case fino a quando l’ultima scintilla di luce fu scomparsa, e tutto il mondo era avvolto nell’oscurità, in segno di lutto per Balder il buono.

“Presto si elevò ruggente il fuoco potente,
E la pira crepitava; e tra i tronchi
Affilate lingue tremule di fiamma sgorgavano, e saltavano
Contorcendosi e guizzando, più in alto, finché non lambirono
La sommità del mucchio, i morti, l’albero,
E divorarono le vele avvizzite; ma ancora la nave
Andava, in fiamme il suo scafo incendiato.
E gli Dèi erano sulla spiaggia, e osservavano;
E mentre guardavano, il sole scendeva vivido
Nel mare avvolto dal fumo, e la notte sopraggiunse.
Poi il vento cadde con la notte, e vi fu quiete;
Ma nel buio guardavano la nave in fiamme
Ancora trasportata dalle acque lontane, su,
Sempre più lontano, come un occhio di fuoco.
Così appariva nel buio lontano, la pira di Balder;
Ma più debole, come le stelle si alzarono in alto, brillava;
I corpi erano stati consumati, la cenere soffocava la pira.
E come in un fuoco invernale che va scemando,
Un tronco bruciacchiato che cade, fa una pioggia di scintille.
Così, con una pioggia di scintille, la pira cadde,
Arrossando il mare intorno; e tutto fu buio.”
-BALDER MORTO (Matthew Arnold)

Tristi, gli Dèi rientrarono in Asgard, dove non si udì alcun suono di allegria o di festa, ma tutti i cuori erano colmi di disperazione, poiché sapevano che la fine era vicina, e rabbrividivano al pensiero del terribile Inverno di Fimbul, che avrebbe annunciato la loro morte.

Solo Frigga accarezzava qualche speranza, e attendeva con ansia il ritorno del suo messaggero, Hermod il rapido, che nel frattempo aveva cavalcato sul tremulo ponte, lungo l’oscura Via di Hel, e la decima notte aveva attraversato la marea impetuosa del fiume Gjall. Qui fu sfidato da Madgud, che chiese perché il ponte di Gjallar tremava sotto il battistrada del suo cavallo più di quando facesse al passaggio di un intero esercito, e chiese perché lui, un uomo vivo, stesse tentando di penetrare nel temuto Regno di Hel.

“Chi sei tu, sul tuo cavallo nero e impetuoso
Sotto i cui zoccoli il ponte sul torrente Gjall
Trema e rimbomba? Dimmi della tua razza e della tua casa.
Solo ieri sono passate cinque truppe di morti,
Costretti alla loro strada verso il regno di Hel,
E non scossero il ponte più di quanto tu abbia fatto da solo.
E tu hai carne e colore sulle tue guance,
Come gli uomini che vivono, e respiri l’aria vitale;
Né appari pallido e smunto, come l’uomo deceduto,
Anime legate sotto, i miei passanti quotidiani qui.”
-BALDER MORTO (Matthew Arnold)

Hermod spiegò a Madgud il motivo della sua venuta e, dopo aver accertato che Balder e Nanna avessero cavalcato il ponte prima di lui, si affrettò, fino a quando giunse alla porta degli inferi, che si alzò dinanzi a lui per bloccarlo. Per nulla scoraggiato da questa barriera, Hermod smontò sul ghiaccio liscio, strinse le briglie della sua sella, rimontò, e affossando i suoi speroni in profondità negli eleganti fianchi di Sleipnir, gli fece fare un salto prodigioso, che lo fece atterrare sano e salvo dall’altra parte del Portale di Hel.

“Da allora in viaggio per i campi di ghiaccio
Sempre a nord, fino a quando incontrò un muro a ergersi
Sbarrando la sua strada, e nel muro un cancello.
Quindi smontò, e tirò strette le briglie,
Sul ghiaccio liscio, di Sleipnir, cavallo di Odino,
E gli fece saltare il cancello, ed entrò.”
-BALDER MORTO (Matthew Arnold)

Cavalcando avanti, Hermod arrivò finalmente alla sala dei banchetti di Hel, dove trovò Balder, pallido e abbattuto, sdraiato su una panca, sua moglie Nanna accanto, guardando fisso l’idromele davanti a lui, che non aveva voglia di bere.

La Missione di Hermod

Invano Hermod informò suo fratello che era venuto a redimerlo; Balder scosse tristemente la testa, dicendo che sapeva di dover rimanere in quella triste dimora fino all’ultimo giorno, ma implorandolo di riportare Nanna con sé, poiché la casa delle ombre non era posto per una giovane creatura così luminosa e bella. Ma quando Nanna udì questa richiesta si avvinghiò ancora più  vicino al marito, giurando che nulla l’avrebbe mai spinta a separarsi da lui, e che sarebbe rimasta con lui, anche a Nifelheim, per sempre.

Tutta la notte fu trascorsa in serrata conversazione, con Hermod che prima si rivolse a Hel e implorò il rilascio di Balder. La Dea malvagia ascoltò in silenzio la sua richiesta, e alla fine dichiarò che avrebbe liberato la sua vittima a patto che tutte le cose animate e inanimate avrebbero dovuto dimostrare il loro dolore per la sua perdita versando una lacrima.

“Vengo allora a sapere che Balder era così amato,
E se ciò è vero, e una tale perdita è del Cielo,
Ascolta, di come in Cielo può Balder esser riportato.
Mostrami in tutto il mondo i segni del dolore!
Fosse anche solo una cosa a non piangere, qui Balder si ferma!
Fa che tutto ciò che vive e si muove sulla terra
Lo pianga, e tutto ciò che è senza vita pianga;
Che gli dèi, gli uomini, i bruti, lo piangano; piante e pietre!
Quindi saprò che il perduto era davvero caro,
E piegherò il mio cuore, per restituirlo al Cielo.”
-BALDER MORTO (Matthew Arnold)

Dopo aver avuto questa risposta, l’anello Draupnir, che Balder inviò a Odino, un tappeto ricamato da Nanna per Frigga, e un anello per Fulla, Hermod si fece strada dal regno oscuro di Hel, da cui sperava presto di salvare Balder il buono, perché sapeva che tutta la natura piangeva sinceramente la sua dipartita e avrebbe versato lacrime infinite per riconquistarlo.

Gli Dèi riuniti si accalcarono ansiosamente intorno a lui non appena tornò, e quando aveva consegnato i suoi messaggi e doni, gli Æsir inviarono araldi a ogni parte del mondo a chiedere che tutte le cose animate e inanimate piangessero per Balder.

“Andate veloci in tutto il mondo e pregate
Tutte le cose viventi e non viventi di piangere
Balder, se così possiamo riaverlo!”
-BALDER MORTO (Matthew Arnold)

Questi ordini furono rapidamente eseguiti, e ben presto le lacrime grondavano da ogni pianta e albero, il terreno era saturo di umidità, e metalli e pietre, nonostante i loro cuori duri, piansero anch’essi.

Sulla strada di casa i messaggeri passarono davanti a una grotta oscura, in cui videro la forma accovacciata di una Gigantessa di nome Thok, che alcuni supponevano essere Loki sotto mentite spoglie; quando le chiesero di versare una lacrima, lei li derise e fuggì nei recessi oscuri della sua grotta, dichiarando che non avrebbe mai pianto e che Hel avrebbe potuto mantenere la sua preda per sempre.

“Thok non pianse
che lacrime asciutte
Per la morte di Balder —
Né in vita, né in morte
Mi diede mai gioia.
Che Hel tenga la sua preda.”
       -EDDA ANTICA (Howitt)

Non appena i messaggeri di ritorno arrivarono ad Asgard, tutti gli Dèi si accalcarono intorno a loro per conoscere il risultato della loro missione; ma i loro volti, tutti accesi dalla gioia dell’attesa, si oscurarono presto di disperazione quando sentirono che, poiché una creatura aveva rifiutato il tributo delle lacrime, non avrebbero più potuto vedere Balder sulla terra.

“Balder, il Bello, mai tornerà
Da Hel all’aria superiore!
Tradito da Loki, tradito due volte,
Prigioniero della Morte è fatto;
Mai lascerà il luogo di sventura
Fino a quando sarà giunto il Ragnarok  fatale!”
               -VALHALLA (J. C. Jones)

L’unica consolazione rimasta a Odino era quella di adempiere alla sentenza del destino. Egli quindi si allontanò e compì il difficile corteggiamento di Rinda, che abbiamo già descritto. Lei diede alla luce Vali, il Vendicatore, che, entrando ad Asgard il giorno stesso della sua nascita, colpì Hoder con la sua freccia affilata. Così punì l’assassino di Balder secondo il vero credo del Nord.

La spiegazione fisica di questo racconto è o il tramonto quotidiano del sole (Balder), che affonda sotto le onde dell’Ovest, scacciato dall’oscurità (Hoder), o la fine della breve estate settentrionale e il regno della lunga stagione invernale. “Balder rappresenta l’estate luminosa e limpida, quando il crepuscolo e la luce del giorno si baciano e vanno di pari passo in queste latitudini settentrionali.”

“Pira di Balder, del sole un segno,
Sacro focolare macchiato di rosso;
Eppure, presto muore la sua ultima debole scintilla,
E nell’oscurità regna poi Hoder.”
  -VIKING TALES OF THE NORTH (R. B. Anderson)

“La sua morte per mano di Hoder è la vittoria delle tenebre sulla luce, l’oscurità dell’inverno sulla luce dell’estate; e la vendetta di Vali è l’irrompere della nuova luce dopo l’oscurità invernale.

Loki, il fuoco, è geloso della pura luce del cielo, Balder, il solo tra gli Dèi del Nord a non aver mai combattuto, sempre pronto con parole di conciliazione e di pace.

“Ma dalle tue labbra, o Balder, notte o giorno,
Non ho mai udito una parola lesiva
A Dio né Eroe, ma tu hai tenuto indietro
Gli altri, impegnandoti a sedare le loro risse.”
  -BALDER MORTO (Matthew Arnold)

Le lacrime versate da tutte le cose per l’amato Dio sono simboliche del disgelo primaverile, che tramontano dopo la durezza e il freddo dell’inverno, quando ogni albero e ramoscello, e anche le pietre gocciolano di umidità; solo Thok (carbone) non mostra alcun segno di tenerezza, in quanto è sepolta nel profondo della terra oscura e non ha bisogno della luce del sole.

“E come in inverno, quando il gelo si spezza,
Alla fine dell’inverno, prima dell’inizio della primavera,
E un vento caldo da ovest soffia, e il disgelo ha inizio
Dopo un’ora si sente un suono gocciolante
In tutte le foreste, e la neve morbida
Sotto gli alberi è tutta bucherellata,
E dai rami i carichi di neve scendono giù;
E, nei campi esposti a sud, trame scure
Di erba fanno capolino tra la neve circostante,
Per poi allargarsi, e il cuore del contadino è contento.
Così attraverso il mondo fu sentito un rumore gocciolante

Di tutte le cose che piangevano per riportare Balder indietro;
E udirlo diede gioia agli Dèi.”

-BALDER MORTO (Matthew Arnold)

Dalle profondità della loro prigione sotterranea, il sole (Balder) e la vegetazione (Nanna) cercano di rallegrare il cielo (Odino) e la terra (Frigga) inviando loro l’anello Draupnir, l’emblema della fertilità, e l’arazzo fiorito, simbolico del manto di verdure che sarà di nuovo a ricoprire la terra e migliorare il suo aspetto con la sua bellezza.

Il significato etico del racconto non è meno bello, poiché Balder e Hoder sono simboli delle forze contrastanti del bene e del male, mentre Loki impersona il tentatore.

“Ma in ogni anima umana troviamo
Che la notte è l’oscuro Hoder, il fratello cieco di Balder,
Nasce e cresce forte come lui;
Perché cieco è ogni male nato, come sono i cuccioli di orso,
La notte è il mantello del male; mentre il bene
S’erge sempre in abiti splendenti.
Loki operoso, tentatore da sempre,
Ancora in avanti calpesta incessante, e tiene
La mano del cieco assassinio, che rapido lancia il dardo
A trafiggere al petto il giovane Balder, quel sole della sfera di Valhalla!”
-VIKING TALES OF THE NORTH (R. B. Anderson)

L’Adorazione di Balder

Una delle festività più importanti si tiene al Solstizio d’Estate, o alla vigilia di Mezza Estate, in onore di Balder il Buono, poiché è considerato l’anniversario della sua morte e della sua discesa nel mondo inferiore. Quel giorno, il più lungo dell’anno, tutte le persone si riunirono fuori dalle porte, fecero grandi falò e guardarono il sole, che alle latitudini settentrionali estreme si limita a toccare l’orizzonte prima di sorgere su un nuovo giorno. Da Mezza Estate in poi, i giorni si accorciano, e i raggi del sole sono meno caldi, fino al Solstizio d’Inverno, che era chiamato “Madre Notte”, dato che era il più lungo dell’anno. La vigilia di Mezza Estate, una volta celebrata in onore di Balder, fu usurpata dagli estranei soggiogatori cristiani e fu da allora chiamata San Giovanni, il santo utilizzato per soppiantare interamente Balder il Buono.

Mezza Estate

Solstice

Affiorare lei vede
ancora una volta
la terra dal mare
di nuovo verde.
Cadono le cascate,
vola alta l’aquila,
lei che dai monti
cattura i pesci.

Si ritrovano gli Æsir
a Idavoll,
e del serpente intorno al mondo
possente, ragionano,
[e rammentano là
le grandi imprese,]
e di Fimbultýr
le antiche rune.

Lì di nuovo
meravigliose
le scacchiere d’oro
si ritroveranno nell’erba.
Eran quelle che anticamente
avevano posseduto.

Cresceranno non seminati
i campi;
ogni male guarirà,
farà ritorno Balder.
Abiteranno Hoder e Balder
le vittoriose rovine di Hropt,
felici dèi guerrieri.
Volete saperne ancora?

Allora Hœnir
l’aspersorio sceglierà,
e i figli abiteranno
dei due fratelli
l’ampio mondo del vento.
Volete saperne ancora?

Vede lei ergersi una corte
più bella del sole,
d’oro ricoperta,
in Gimli.
Là abiteranno
schiere di giusti.

Il ritorno di Balder

Balder ritorna

 

Salutiamo Balder, manifestazione solare del potere del Padre Tutto, Wotan. Egli ritorna ogni anno per il Solstizio d’Estate, ascendendo dal mondo infero al quale è relegato dalla cieca ignoranza sfruttata da Loki a suo vantaggio. Ogni anno, per sei mesi, l’amato Balder dona sapienza e bellezza al Popolo Ariano, per poi lasciare Midgard di nuovo alle tenebre del Verno.