
- Versi scelti di Daudeferd
Gedenke!
Wir glaben
in unserem stolzen Blute,
Wir kampfen
und siegen für das,
Wir sterben
für das auch … und
Wir kommen
aus dem Totenland
um unserer Söhnne sehen,
und geben die Ehre sie.
Gedenke:
dass der ein Deutscher bist,
halte dein Blut rein!
©Alessandro Daudeferd Bonfanti, © 2006
Awake!
An horse’s head
is burning on a stake,
but now it’s nearly dawn,
so never fear, never pain,
only fire in heart
and a mind ready to slay,
not care of woe
but just sake.
Now the wolf
the chains has broken,
now to fight
here he is: awake!
Alessandro Daudeferd Bonfanti, © 2006
Nach dem Untergang
Wir wünschen
diesen Untergang urmarmen … urmarmen,
Wir hören
jetz die Wintestimmen … Wintestimmen:
alle alten Geister
den Ruhm in Schlacht
mit ihnen bringen.
Sei die kommende Dunkelheit die Weg,
sei die Weg für uns die antike Macht:
der Sieg und der Krieg
die Gesundheit des Lebens sind,
und Sieg und Krieg
in unserem stolzen Blute fliessen!
Heiliger Krieg! Heiliger Krieg!
Heilige, Heilige, Heilige!
Alessandro Daudeferd Bonfanti, © 2006
Jenseits von Gut und Böse 1886 (dedicata a F. W. Nietzsche)
Nell’Eméra vigesimaquinta d’Agosto,
nel secolo vigesimoprimo della Vulgaris Era,
verso il Nous il viaggio tuo ebbe inizio.
Ishvara raccolse l’ultimo grido tuo:
da qual Monte gridasti all’Apollineo?
Tu, spregiatore della modernità vile!
Tu, come me, braccato!
Oh fratello, a me lasciasti un dono!
Ed era allora l’Eméra vigesimasesta d’Agosto,
nel ciclo septigesimoseptimo del seclo della nostra speranza.
Ah, sì forte la tua eloquenza,
le tue urla erano dolore!
Ah, sì amara la tua esistenza
qui in terra infeconda!
Eppur anch’io ho gridato forte dalla Montagna,
e come te, sol io ho sentito l’imponente eco dell’Uebermensch:
è questa dunque la nostra Tragedia?
I Giganti ci accolgono prima di partire
ed il nostro ditirambo allora si tramuta in pianto,
così che ci liberi degli orrori contro cui lottiamo.
Ma è Eroe colui che osa,
colui che vince, pur sapendo di perdere:
Libertà-Azione, Fatica-Scontro,
comunque sia ….. Vittoria.
Me l’hai detto tu nelle notti insonni,
di quel che Acasto fece a Peleo:
ed allora dimmi chi dei due fu più reo?
E d’Ippolita? Perché Chirone condannò i Tessali?
Tu mi dicesti: ”era l’orrore di Pelia
quel che per voler divino dovea estinguersi”.
E così fu. E v’è dell’altro.
Non la pietà verso falsi idoli è un dono,
poiché essa, dicesti, è causa d’ogni male.
Ed io so questo: è il piacer d’esser sconfitti,
sebbene nel dolore rimarrem vincitori,
sicché invitti, in alto, e per sempre
possiam brillare come stelle.
Alessandro Daudeferd Bonfanti, © 2006
Raggio di Luce delfica
Ascesi lungo la Sacra Via,
fin sul Témenos di Marmaria,
innanzi le Fedriadi lucenti,
sulle alture del Parnaso,
ove la nobile Pizia s’incontra,
che bagnata ha la chioma
nel lindor di Castalia, la Fonte,
sopra i sacri uliveti dell’Itea regione.
I peregrini … anch’essi purificati,
avvolti in candidi panni,
attendon or ora la Teofania,
e procedon in fila al Tempio.
Ioni, Dori, Tessali e Focidesi,
Beoti, tutt’i Boreadi all’Oracol attenti:
reca esso seco l’essenza d’Alloro.
Gaia Protomantis ed il filio Piton
ebbero qui sovrano potere un tempo;
ora occultato Egli è nell’Halos,
ove il Dio Splendente ha purificato
con l’acqua di Tempe
del Nord innevato.
Aktis, raggio di Luce,
Logos del meraviglioso Helios:
Sole, calore, vigore, poesia,
contro la Hybris noi luciferini ricevemmo
sì che l’Ordine universale
potemmo onorar e difendere.
Or ora l’antica delfica Luce
con spregio atroce occultata,
or dunque necessario sia
liberar l’Etere immenso
d’effluvi acidi e mortali
e donar al mondo avanti
Verecondia che un tempo antico
ancor esso avea.
Alessandro Daudeferd Bonfanti, © 2010
Tratto da/From: “Albe e Tramonti Sotto il Firmamento Iperboreo: florilegio poetico di Daudeferd”
Tutti i diritti riservati/All rights reserved © 2021